Dai millennial, alla Gen Z. Ecco come coinvolgere la generazione del Mobile First

C’erano un tempo i millennial. Ora è arrivato il tempo della Generazione Z, per molti ancora sconosciuta. I consumatori del domani sono un target da studiare per i brand di ogni settore. Ma cosa si nasconde dietro questa definizione?

Da un punto di vista demografico il termine Generazione Z (detta anche GenZ o iGen) si riferisce a tutti i nati tra il 1996 e il 2011, nel boom di Internet. Rete e connessioni hanno influenzato profondamente il loro modo di vivere la vita quotidiana e fruire di contenuti e prodotti. Nati e cresciuti in un ecosistema plasmato da dispositivi mobili, la GenZ è la prima generazione mobile-first della storia che in simbiosi con il proprio smartphone, si affida a Google, social network, e community online per tutte le attività quotidiane. Una generazione che preferisce leggere i libri sui tablet invece del classico supporto cartaceo, che non guarda più la TV tradizionale ma utilizza piattaforme streaming per vedere film e serie tv o ascoltare la musica. Una generazione abituata a socializzare online sfruttando tutto quello che il web mette loro a disposizione, a partire dai social network.

È stimato che i giovani della Generazione Z trascorrano una media di almeno 5 ore online, per buona parte sui social e su applicazioni come WhatsApp o TikTok. Eternamente connessi, prediligono la comunicazione sui social, ma non amano le piattaforme da loro considerate tradizionali come Facebook. Preferiscono Instagram e Snapchat, più dirette, mentre al posto delle classiche mail utilizzano WhatsApp, decisamente più veloce e istantaneo, Il consumo di contenuti multimediali – audio e video – passa attraverso le piattaforme streaming: YouTube in primis, ma anche Netflix, Spotify e altre di questo genere.

I dati provenienti dagli USA ci parlano di queste persone come fedeli ricercatori di informazioni, anche quando la ricerca riguarda i prodotti. Oltre alla ricerca, amano imparare da auto-didatti: il 33% guarda lezioni online, il 20% legge i libri di testo sul tablet, e il 32% collabora con i propri colleghi online.

Uno studio approfondito condotto da Mckinsey ne delinea interessi e attitudini.

In termini di studio e apprendimento, secondo i ricercatori, è la prima generazione in grado di cercare e trovare autonomamente le informazioni di cui ha bisogno, di seguire lezioni online, di leggere e studiare usando libri digitali sui tablet, di collaborare con i compagni utilizzando gli strumenti del web. A differenza dei Millennials, i ragazzi della Generazione Z utilizzano in media 5 devices (computer, smartphone, iPod o music player, TV e tablet). A testimonianza di un legame fortissimo con la rete, Cercano sempre video, campagne, modi di comunicare che colpiscano nel minore tempo possibile. Il motivo? Il primo perché hanno una soglia di attenzione che dura in media 8 secondi, dovuta al fatto che sono più abituati alla velocità di creazione di video o immagini. Il secondo è che sono sempre più alla ricerca di contenuti e modi di comunicare creativi. Un’immagine statica non li attira, anzi, fa percepire un contenuto noioso e vecchio.

Per questo è molto più importante la dimensione visuale rispetto a quella testuale (preferita invece dai Millennials), su cui quindi le aziende devono sforzarsi per poter lavorare con questa generazione di potenziali consumatori. Laddove i Millennials hanno evidenziato l’importanza del mobile learning, la Generazione Z spingerà le organizzazioni a perfezionare ulteriormente questo approccio, sviluppando una formazione “mobile-first”, che parta da un’ottica mobile e non più desktop. Ovvero, un training progettato in modo nativo per smartphone/tablet, accessibile ovunque e in qualsiasi momento.

La chiave per connettersi con la GenZ consiste nel comprendere la loro forma mentis, le loro esigenze e i loro valori, riconoscendo l’unicità di ciò che apportano all’interno della tua organizzazione e del team.

 

Per coinvolgere la GenZ potrebbe essere necessario:

  1. Sfruttare differenti tipologie di contenuti digitali: dal video al microlearning, purchè sia di breve durata e dall’effetto wow
  2. Adottare un approccio alla formazione che prediliga una fruizione da smatphone piuttosto che da desktop
  3. Stimolare il loro interesse con contenuti formativi di dimensioni ridotte, simili a quelli dei loro feed sui social media
  4. Garantire una formazione intuitiva, easy e mobile (il mobile learning è uno strumento essenziale)
  5. Comunicare a livello visuale attraverso molteplici dispositivi

 

Nel complesso, la Generation-Z presenta qualche diversità rispetto alle loro controparti millenarie. Una generazione pragmatica che assegna un diverso valore all’istruzione accademica, da sempre vista come via di accesso privilegiato per una migliore professione in ambito lavorativo. Molto attenti al miglioramento della società civile, credono in loro stessi e sono molto sensibili al tema della salvaguardia ambientale e dei cambiamenti climatici.



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