
Accessibilità digitale nella formazione: tra obblighi normativi e opportunità concrete
Nel 2025, l’accessibilità digitale non è più solo un obbligo formale: è un imperativo etico e strategico. Per decenni, la Legge Stanca (n. 4/2004) è stata considerata una pietra miliare per l’inclusione digitale, ma spesso è rimasta un intento più che una pratica consolidata. Oggi l’accessibilità digitale è imprescindibile: non adeguarsi può generare sanzioni fino al 5% del fatturato, insieme a potenziali danni reputazionali, esclusione da bandi e limitazioni commerciali.
Le sfide delle aziende
Secondo Eurostat, oltre un quarto degli adulti in Europa convive con una forma di disabilità; in Italia, più di 13 milioni di persone affrontano quotidianamente ostacoli digitali. Eppure, quasi il 96% dei siti web presenta errori WCAG 2. Questo gap non è soltanto una falla normativa: è un silenzioso boomerang sul piano reputazionale, operativo e commerciale. Chi oggi ignora l’accessibilità rinuncia a una fetta crescente di pubblico e si espone a richiami ufficiali da parte di AgID o addirittura al blocco dei servizi digitali .
La svolta normativa: Legge Stanca e aggiornamenti
La Legge Stanca ha introdotto obblighi precisi: accessibilità dei siti web e delle app, dichiarazione pubblica di conformità, canale di feedback per gli utenti, test periodici e nomina del Responsabile della Transizione Digitale (RTD). Il decreto direttivo del 2005 e gli aggiornamenti successivi hanno fissato standard tecnici (oggi WCAG 2.2 AA), con un controllo rigoroso da parte di AgID.
Il 28 giugno 2025 segna un punto di svolta. Entra in piena attuazione l’European Accessibility Act (EAA), che estende gli obblighi anche a settori del privato (e-commerce, banche, trasporti, media, dispositivi hardware…). Non si tratta più di normativa solo per la PA o le grandi aziende concessionarie: ora tutte le imprese che offrono servizi digitali rischiano sanzioni e danni di immagine se non si adeguano in tempo.
Formazione accessibile: più di un dovere, una leva strategica
Come si traduce tutto ciò nella formazione online? Per Grifo Multimedia, l’accessibilità è un pilastro delle nostre soluzioni dedicate alla PA e al settore corporate:
- Contenuti conformi WCAG 2.2 AA: testi scalabili, lettori vocali, alternative testuali per immagini, colori contrastati.
- Video accessibili con sottotitoli, trascrizioni e audio‑descrizioni.
- Documenti SCORM personalizzabili, FAD asincrona o blended, progettati con strumenti di monitoraggio come WAVE e Lighthouse.
- Laboratori pratici, per formare i tecnici della comunicazione nella creazione di servizi e percorsi digitali accessibili
Cinque mosse concrete per partire
- Mappatura audit: analisi di gap su siti e piattaforme interne.
- Formazione ad hoc: desk formativi per RTD, sviluppatori e editor.
- Pianificazione evolutiva: roadmap aderenza ai tempi EAA/AGID.
- Testing inclusivo: mix di strumenti automatici e verifica con utenti reali.
- Monitoraggio costante: aggiornamenti periodici della dichiarazione AGID, gestione segnalazioni, revisione continua.
Verso una formazione veramente inclusiva
Adeguarsi all’accessibilità non è solo un obbligo: è un investimento che migliora l’esperienza, democratizza l’accesso alla conoscenza, rafforza l’identità aziendale come marchio etico e attento alla sostenibilità sociale. Per Grifo Multimedia, è la base su cui costruire progettazioni digitali efficaci, reputazionalmente solide e adatte a pubblico e aziende sempre più consapevoli.
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